L'ApI - associazione per l'inclusione e le cooperative del Gruppo IN sono scese in campo al fianco di Caritas per gestire l'accoglienza nel territorio di Serina delle famiglie ucraine in fuga dalla guerra.
Sin da subito sono stati messi a disposizione alcuni appartamenti del Gruppo e dei soci delle cooperative, a cui poi se ne sono aggiunti altri da parte di famiglie del territorio.
Ma accogliere significa anche rispondere agli aspetti burocratici correlati, come l'attivazione di contratti di comodato per gli appartamenti, provvedere ai permessi di soggiorno, alle esigenze sanitarie e all'istruzione. Per questo, come per gli aspetti pratici dell'ospitalità (trasporti, raccolta di abbigliamento, alimenti e beni di prima necessità, ecc...) ringraziamo i volontari dell' ApI - associazione per l'inclusione (associazione di volontariato delle nostre cooperative), coordinati da Cristina. Un team che sta riscontrando ogni giorno la generosità e la disponibilità delle persone della nostra valle che sono sempre pronte a dare una mano.
Per supportare le spese connesse all'accoglienza abbiamo aperto una raccolta fondi intestata all'ApI.
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Con l'obiettivo di rispondere al bisogno di accoglienza di persone che in relazione al covid erano in difficoltà, ma anche di dar loro supporto psicologico-cognitivo ed offrire una situazione positiva di inclusione in ambiente montano (ove necessario staccare dal contesto cittadino), abbiamo attivato una rete di supporto insieme ai CPS del territorio bergamasco.
Una collaborazione nata grazie al contributo di Fondazione della Comunità Bergamasca che vede ospitate 7 persone, in particolare 3 donne e 4 uomini. In tre casi le persone accolte erano positive al covid e avevano necessità di un luogo dove effettuare la quarantena; negli altri quattro casi c'era il bisogno di allontanarsi dalla famiglia per problematiche emerse o ampliate dall'emergenza sanitaria.
Significativo è il fatto che per quattro persone il percorso iniziato in questo modo si è prolungato in un progetto di autonomia abitativa di medio lungo periodo grazie all'instaurarsi di un rapporto di fiducia con gli operatori e di una situazione di benessere all'interno del contesto.
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Lo mettono bene in evidenza i gestori dei Servizi del territorio e il Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell' Asst Papa Giovanni XXIII nell'articolo curato da L'Eco di Bergamo di oggi: mancano circa 50 posti per adulti nei servizi residenziali e semiresidenziali e altri 14 posti in Spdc.
Ma non si tratta di numeri, si parla di persone.
Storie di vite che necessitano di cura e di supporto, che se ben accompagnate possono tornare all'autonomia e ad una buona qualità della vita. Per questo è importante focalizzare l'attenzione sui numeri, per dare dignità a chi sta vivendo un momento di difficoltà ed è giusto riceva le giuste attenzioni.