La comunità

Chi siamo, cosa facciamo
Il progetto originario è stato quello di costruire una Comunità per pazienti psicotici e Borderline prevalentemente giovani, in particolare per pazienti che hanno appena superato la fase di acuzie, per un soggiorno significativo, ma non indefinito nel tempo, con un accordo progettuale intenso con gli operatori invianti e con la famiglia. La vita alla Bonne Semence si pone come un’occasione forte perché nel continuum esistenziale dei pazienti si realizzi l’occasione di un’esperienza diversa. La centralità del pensiero e della filosofia della Bonne Semence è che, la comprensione e l’accudimento della mente, rappresentano il cuore dell’esperienza dell’esistenza. La mente e’ l’oggetto dell’osservazione, è l’oggetto della consapevolezza, è l’oggetto della compassione.
A tutto questo, a partire dal 2012 a questo progetto si è affiancato quello della comunità La Bonne Semence 2: la prima struttura lombarda completamente dedicata alla risposta di domande di misure alternative di pazienti provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziari o con misure di tutela giudiziaria o post REMS
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La Bonne Semence si caratterizza:
Per l’ospitalità, praticata come valore, che si offre agli ospiti in visita, a parenti, ai medici che vengono periodicamente a trovare i loro ragazzi. L’ospitalità come elemento di non-chiusura del cerchio su se stesso e come permanenza di una insaturazione che favorisca una continua elaborazione dei vissuti.
In particolare alla Bonne Semence si realizzano alcuni progetti articolati che comportano l’ospitalità per qualche periodo ad alcuni familiari per mediare e favorire la comunicazione e la convivenza.
Per la particolare ubicazione in alta montagna, in mezzo ai boschi dove i lunghi mesi invernali nevosi rendono impegnativo raggiungere l’abitato e i centri sportivi – difficoltà che diventano ogni volta motivo di impegno e di esperienza delle proprie risorse.
Per la particolare ricchezza affettiva della Comunità dove il paradigma di ogni inserimento si evolve dal timore del momento dell’ingresso fino alla nascita della relazione, e del coinvolgimento. I bisogni affettivi sono i bisogni che hanno un più sollecito e intenso riconoscimento rendendo poi possibile il lavoro di collaborazione e di attenzione a tutto il mondo “mentale”.

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