Un Centro Diurno per la disabilità a Serina, per il paese e per la valle. Un progetto voluto dal Gruppo In, costituito dalle cooperative Contatto, La Bonne Semence e ProgettAzione.
Per rispondere a qualche necessità, per dare risposte alle persone e alle loro famiglie e ricordare a tutti che, anche se lontani dai centri che “decidono”, possiamo avere i servizi che servono.
L’inaugurazione di una nuova struttura è un momento di festa e l’occasione per i ringraziamenti.
Festa perché abbiamo uno spazio nuovo, per il paese, per la comunità, per tutti. Nuovo! Per nuove opportunità di sorridere, incontrarsi, stare insieme e… lavorare.
Sabato il Centro RamO si inaugura: alle 11.00 con la manifestazione ufficiale, poi resta aperto per cominciare a conoscerlo e alle 16.00 una merenda per stare insieme e raccontarcela.
Non dimentichiamo i ringraziamenti: a tutti coloro che hanno reso possibile questa “impresa”. Alla famiglia che ha messo a disposizione lo spazio, a che ci ha aiutato a sistemarlo, a chi ci ha fatto gli sconti sul mobilio, a chi ci ha sostenuto anche solo con un sorriso o un cenno di approvazione. Alla stupenda comunità di Serina tanto capace di “accogliere”. Grazie a tutti, davvero.
Dietro il nome RamO c’è una storia. E se venite all’Inaugurazione, qualcuno certo ve la racconterà.
“Il Ministro Salvini dichiara che in Italia sarebbe in atto una “esplosione di aggressioni” da parte di “pazienti psichiatrici”. Gli italiani debbono sapere che si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento: il 95% dei reati violenti commessi nel nostro Paese è attribuibile a persone cosiddette “normali” .
E’ più probabile che una persona che soffre di un disturbo mentale sia vittima, non carnefice.
Diffondere false notizie come quelle date dal Ministro non fa altro che aumentare paure infondate sulle persone affette da disturbi psichici, etichettandole ingiustamente ed indiscriminatamente come “pericolose”, aggravandone il già tremendo fardello dello stigma e della discriminazione. Se la persona ammalata fosse tuo figlio come ti sentiresti?
Già, perché proprio come in un dopocena in famiglia, Roberto ha preso virtualmente tra le mani l'album delle vecchie fotografie, iniziando a sfogliarlo ripescando storie e volti da un passato, nemmeno troppo lontano, nel quale persone e luoghi serinesi si sono intrecciati alla storia del Papa Buono.