Lo mettono bene in evidenza i gestori dei Servizi del territorio e il Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell' Asst Papa Giovanni XXIII nell'articolo curato da L'Eco di Bergamo di oggi: mancano circa 50 posti per adulti nei servizi residenziali e semiresidenziali e altri 14 posti in Spdc.
Ma non si tratta di numeri, si parla di persone.
Storie di vite che necessitano di cura e di supporto, che se ben accompagnate possono tornare all'autonomia e ad una buona qualità della vita. Per questo è importante focalizzare l'attenzione sui numeri, per dare dignità a chi sta vivendo un momento di difficoltà ed è giusto riceva le giuste attenzioni.
Parlare di Salute Mentale significa aprire il discorso a un vero e proprio mondo che spazia dalla cura nelle sue diverse forme alla lotta allo stigma, all'innovazione. Senza dubbio al centro le persone e il loro benessere. Per questo investiamo in diversi ambiti per favorire l'inclusione sociale di persone con disturbi psichici e lo possiamo fare anche grazie agli enti che ci supportano perché credono nei progetti che presentiamo.
Due le aree in cui stiamo investendo in modo particolare negli ultimi anni e che vogliamo continuare a sviluppare: generare opportunità per abitare in autonomia tramite percorsi di Residenzialità Leggera e Housing Sociale; offrire strumenti per migliorare la qualità della vita, in particolare investendo sulle neuroscienze, con un pensiero alla telemedicina.
Nel 2021 gli appartamenti a disposizione di La Bonne Semence sono aumentati grazie ai 7 nuovi appartamenti di Via Angelo Maj 30, per cui ci siamo concentrati insieme alle dott.sse Steiner e Bruletti del CPS di Boccaleone sull'accesso degli ospiti, progettando percorsi studiati quanto più su misura per permettere continuità e stabilità nella permanenza. Spesso quando una persona si avvicina all'abitare in autonomia è alla sua prima esperienza ed è importante che sia un'esperienza di successo. In questo senso è stato di grande aiuto il contributo dato dal progetto Artemisia del programma Rinascimento del Comune di Bergamo perché non solo ha sostenuto alcuni costi legati alla gestione e all'assistenza, ma ha permesso ad alcuni inquilini di accedere agli appartamenti con tariffe ridotte nei primi mesi. Un aiuto economico non indifferente, soprattutto per alcune persone, perché permette loro di avere l'agio di organizzarsi al meglio per proseguire nel progetto.
Le neuroscienze rappresentano l'altro ambito in cui si è voluto investire. In particolare grazie al contributo della Chiesa Valdese, abbiamo acquistato alcuni programmi per effettuare e somministrare test ed esercizi cognitivi a persone in cura presso le nostre comunità terapeutiche e a ex-pazienti con l'augurio di verificarne miglioramenti cognitivi. I test effettuati evidenziano che attraverso costanti esercitazioni specifiche si riscontrano progressi come aumento della memoria, miglior capacità di gestione del tempo e simili. Aspetti che possono migliorare la qualità della vita delle persone.
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Spesso chi ha un familiare con disabilità sente la forte preoccupazione legata al futuro incerto del proprio caro. Ci si chiede come potergli assicurare una buona qualità della vita, chi si prenderà cura di lui "dopo di noi". Con questo progetto vogliamo far conoscere la Legge del Dopo di noi (L. 112/2016) e in particolare lo strumento del Trust che permette di progettare sin da subito un futuro su misura del proprio caro sia dal punto di vista economico che sociale.
In questi mesi, in collaborazione con i servizi, le associazioni e gli enti del territorio, organizzeremo incontri aperti a tutti in diversi paesi della Valle Brembana per spiegare le opportunità date dal trust e lo faremo partendo dall'esperienza maturata dalla cooperativa insieme alla famiglia Vismara di Serina con "La vita di Samantha", il primo atto di trust stipulato a Bergamo.
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